08/04/09

Considerazioni


Navigando per la rete ho l'occasione di visitare molti siti o blog che si occupano in modo diverso di ceramica. Da molti di questi siti riesco ad attingere molte informazioni preziose per il mio lavoro. Questo succede perchè chi pubblica il sito mette a disposizione di noi, navigatori del web, le sue esperienze. C'è poi chi condivide nel proprio spazio delle vere e proprie lezioni teoriche e pratiche su tecniche specifiche.

Tutto ciò mi ha fatto molto riflettere. Sì, perchè nelle mie escursioni ho riscontrato che generalmente chi è così disponibile a condividere le proprie esperienze con il mondo intero e quindi portare al di fuori del proprio laboratorio le proprie conoscenze è solitamente un ceramista NON di origine italiana.

Questo mio post vuole essere provocatorio. Mi chiedo: perchè noi siamo generalmente così gelosi del nostro orticello?

Mi viene in mente una chiacchierata che feci qualche anno fa con il mio maestro ceramista, Giovanni. Durante un suo corso mi stupii di quanto approfondita fosse la spiegazione della tecnica. Mi spiego meglio: dai corsi che avevo seguito precedentemente ero sempre uscita con un sacco di domande. La tecnica era sì spiegata però mancava sempre qualcosa. O una fase operativa, o il posto dove reperire il materiale,... C'era sempre la sensazione che il maestro tenesse qualcosa per sè, perchè lui quel qualcosa se lo era guadagnato con tanti anni di prove e di fatiche. Invece con Giovanni la tecnica, l'operatività, l'indirizzo dove recupareare il materiale, la modalità della cottura.... tutto era lì a portata di mano, bastava naturalmente avere l'attenzione e la capacità di coglierlo. Però tutto era svelato.

Domandai a Giovanni perchè lui fosse così trasparente, e lui mi rispose con un sorriso che se qualcuno vuole arrivare a fare quello che fai tu, anche se tu non glielo dici, se ha la determinazione per farlo prima o poi ci arriva. Quindi perchè non risolvere il problema a monte e magari rischiare di crescere entrambe?

Effettivamente questo punto di vista mi ha molto condizionato.

Sinceramente mi trovo molto più a mio agio quando una persona mi chiede qualsiasi cosa riguardo al mio lavoro: non nascondo nulla!

Questo fino ad ora è risultato un atteggiamento vincente. La gente si fida di te e in questo modo mi risulta più facile portare avanti il mio progetto: interessare più persone possibili al mondo della ceramica.

Da qui alla considerazione che facevo prima. Penso che in Italia è molto più diffusa questa forma di gelosia rispetto ad altri posti come Inghilterra, Stati Uniti o Australia. Per rendersene conto basta vedere il blog per esempio di Anthony Foo o di Graaham Hay, dove ci sono informazioni importantissime sulla lavorazione del Paperclay.

provare per credere.....

Se qualcuno legge gradirei molto conoscere il suo punto di vista.

1 commento:

  1. Cara Sonia,

    hai perfettamente ragione per le tue sensazioni riguardo i ceramisti italiani e non solo (io abito in Svizzera italiana e la sensazione è la stessa...) Sono stata a Torino due mesi fa per il mio primo approccio con la paperclay: ma lo sai che ho imparato di più con le spiegazioni che davi tu sui tuoi lavori che in tutto il corso che ho fatto?
    È stato bellissimo, ho incontrato tanti bravi ceramisti, ho conosciuto delle persone bravissime e davvero umili, eppure è vero, quella sensazione di mancanza di qualcosa l'avevo...
    Ho conosciuto pochissime persone, nella mia piccola esperienza come ceramista, disposte a dirmi effettivamente tutto quello che mi serviva.
    Per concludere ti dico che il tuo professore ha perfettamente ragione quando dice che è meglio dire... una mia amica ceramista da molti più anni di me, mi ha dato molte informazioni con cui crescere... oggi ci scambiamo volentieri le esperienze e questo è solo positivo e davvero eccitante!
    Grazie per la tua riflessione, spero la leggano in molti!!
    ps. grazie del commento sul mio blog, mi ha fatto enormemente onore!!!

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